GSK

Le target therapy o “a bersaglio molecolare” sono il cuore della medicina personalizzata e il futuro nella lotta alle neoplasie. Si basano sul principio per cui il trattamento non viene deciso solamente in base ai segni e sintomi riportati dal paziente, ma tenendo anche in considerazione le sue caratteristiche genetiche e molecolari. La target therapy rappresenta un nuovo approccio terapeutico che si basa sull’identificazione di nuovi bersagli molecolari. L’azione dei farmaci sul bersagio specifico comporta infatti un rallentamento nella progressione di malattia.

Cosa si intende per target?

I ricercatori hanno scoperto che le cellule di mieloma presentano caratteristiche peculiari.

Ad esempio, le cellule di mieloma esprimono proteine specifiche coinvolte nella crescita e nella sopravvivenza delle cellule mielomatose, che rappresentano i target di alcune classi di farmaci utilizzati per il trattamento del mieloma multiplo.19

Target attuali nel trattamento del mieloma multiplo

Il CD38 è una proteina presente sulla superficie delle cellule del sistema immunitario e sulle plasmacellule, che svolge un ruolo nell’adesione e segnalazione cellulare. Rappresenta il bersaglio di alcuni anticorpi monoclonali quali daratumumab ed isatuximab.19,20

Bloccare la via di segnalazione della proteina cereblon (CRBN) genera effetti antiproliferativi sulle cellule di mieloma. La proteina cereblon (CRBN) è target di diversi immunomodulatori quali pomalidomide, lenalidomide e talidomide14,15,21-23

Il DNA è il target di chemioterapici, chiamati agenti alchilanti, che sono impiegati per la cura dei tumori.
Il DNA viene danneggiato, provocando come conseguenza principale il processo chiamato “morte cellulare programmata” o “apoptosi”. Nelle cellule sane sono presenti meccanismi di difesa atti a riparare i danni che possono verificarsi al DNA. Nelle cellule tumorali, invece, questi meccanismi sono molto meno efficienti ed è per questo che le cellule malate risultano essere particolarmente sensibili ai danni provocati dagli agenti alchilanti. Gli agenti alchilanti comprendono ad esempio melfalan, ciclofosfamide e bendamustina.2,13,24-29

L’enzima chiamato istone deacetilasi (HDAC) è coinvolto nell’attivazione e disattivazione dei geni all’interno delle cellule. Gli inibitori di questo enzima permettono di arrestare la moltiplicazione e la crescita delle cellule tumorali. Panobinostat è un inibitore che svolge un’azione mirata contro l’HDAC.30

Il proteasoma è una struttura della cellula che provvede alla degradazione delle proteine. Gli inibitori del proteasoma bloccano l’eliminazione delle proteine all’interno delle cellule e risultano tossici per le plasmacellule tumorali, portandole così a “morte cellulare programmata”. Gli inibitori del proteasoma includono: bortezomib, carfilzomib e ixazomib9

La SLAMF7 è una proteina superficiale presente sulle plasmacellule. È oggetto di un’azione mirata da parte di un anticorpo monoclonale chiamato elotuzumab.19,20,31

Il BCMA è una proteina espressa nelle cellule B mature con varie funzioni necessarie alla sopravvivenza della cellula stessa. Rappresenta il target di alcuni nuovi farmaci tra cui il belantamab mafodotin (anticorpo monoclonale-farmaco coniugato).19,32,33